TUTTE LE MIE POESIE

mercoledì 8 giugno 2022

Quel mondo è la tua mano

















Ti amo con gli occhi chiusi, bendati, sull’orlo di un abisso, con il mondo nella mia mano. Quel mondo è la tua mano”.

È bello addormentarsi con versi che girano nella testa. Stasera me l’ha declamata lui. Da quando è in carrozzina, recita facendo girotondi al centro del salone. Non so se dopo questa poesie ne abbia scritto altre. Il mio poeta dorme già, qui di fianco a me, domani glielo chiederò. Io la mia copia l’ho gettata, era diventata illeggibile, ma i versi li so a memoria.

Nella mia mano c’era un foglio stropicciato, l’inchiostro si era sbiadito e la carta assottigliata. Le parole nonostante fossero consumate dal tempo, facevano rumore come le campane nei giorni di festa. Avevo parcheggiato la macchina e mi ero incamminata, per cercare un luogo che non conoscevo, che fosse lontano da me stessa. Avrei voluto che in mezzo al niente fosse comparsa un’orchestra o dei suonatori di zampogne. Avrei voluto incontrare un gruppo di gitani che danzassero scalzi, sulle note dei loro canti popolari. Avrei voluto sentire musica e rumore, e ballare con gente inebriata di vino e di vita. E poi avrei voluto salire su di una giostra che mai si fosse fermata, e aspettare che magicamente un cavallo diventasse vero. Per poi attraversare il bosco prima che fosse giorno. Ma solo silenzio e buio mi incorniciavano, e qualche stella sfuggita al cielo scuro, che annunciava pioggia e notte fonda a breve.

- Lele portami via!

Lo imploravo, senza voce e senza lacrime. Il mio volto era di ghiaccio, gli occhi del colore del vuoto e le labbra asciutte.

- Lele portami via!

Giro girotondo casca il mondo, casca la terra e tutti giù per terra. Io cadevo sempre addosso a Lele. Lele di questo ne era felice. Si giocava, poi ci si dimenticava di aver giocato e diventava tutto vero.

Quando Lele mi baciò, per la prima volta, pensai a un lecca lecca gigante a forma di girandola dal sapore dolcissimo. Quando ci sposammo, io avevo le scarpe basse e Lele le bretelle.

Quando avemmo l’incidente, io mi svegliai piena di ematomi, Lele non si svegliò. Lele dorme ancora.

Tornai alla macchina, sui miei passi e sui miei anni. La notte era troppo crudele per onorarla e per un attimo pensai al giorno: il giorno dopo. I sogni, da qualche tempo mi erano stati proibiti, e anche quella notte non sognai.

Il telefono squilló verso le due di notte, il mio sonno era leggero e risposi al secondo squillo.

- Si è svegliato.

Quando siamo sul lungo mare io spingo la carrozzina e Lele canticchia. Abbiamo preso un cane che ci segue, appunto come un cane. Io ho tagliato i capelli e Lele si è fatto crescere la barba.

Lui ama farmi il solletico nel palmo delle mani, io amo baciarlo tra il naso e il labbro superiore.

Io mi sono un pò ingrassata, sono incinta di cinque mesi, il cane è un po' geloso. Possibile che i cani si accorgano di una presenza invisibile?

In TV c’è un bel film, Lele mi fa il solletico e io rido e ritraggo la mano. Sento dei calcetti nella pancia, il bimbo è sveglio, il cane dorme. Lele ha un foglio tra le mani, l’inchiostro è ancora vivo e la carta lucida, fa finta di leggerlo, ma anche lui sa a memoria cosa c’è scritto.

Quando lo scrivemmo eravamo in nessun posto e ovunque. Io scrissi la mia copia e la diedi a lui, lui scrisse la sua copia e la diede a me, dopo che insieme lo avevamo composto.

Non era una promessa, ma solo quello che sentivamo di dirci allora, ed è quello che sentiamo di dirci adesso, mentre il destino ha provato a renderci diversi.

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Ti amo con gli occhi chiusi, bendati, sull’orlo di un abisso, con il mondo nella mia mano. Quel mondo è la tua mano”.




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