TUTTE LE MIE POESIE
giovedì 30 aprile 2020
La pelle del lupo
Ha poco valore la vita
negli occhi aperti sul buio
Non sono in guerra
né sono disertore
Combatto la battaglia
intorno a un falò di solitudine
Sul fuoco brucia
la pelle del lupo e l’inutile
Si consuma la corteccia
in un odore di morte
Orienta la luce
e illumina
mercoledì 29 aprile 2020
Danza con me
Ballo sul tempo a piedi scalzi
seguo i passi dell’illusione
in un canto di silenzi in coro
Voglio ubriacarmi in calici
d’universo
Ho seta di vita
di ogni sua goccia
racchiusa in un istante
racchiusa in un istante
Danza con me sulle note
dell’incertezza
La sentenza sarà letta alla finestre
Intanto danza
domenica 26 aprile 2020
Amanti sul foglio
Capovolgo parole
in un gioco proibito incastro il tuo corpo
tra le mie righe
Siamo amanti sul foglio
tra parole d’inchiostro
lontano dai sensi
con desiderio nascosto
Rimbalzi di vita
su un libro riverso
in bianche lenzuola
consumate dai versi
Ti stringo e diventa
bagnata la carta
è solo una lacrima
che prova a cercarti
Gioco
Gioco d’azzardo con la mia vita
Punto sul nero degli occhi
e non vinco
Punto sul rosso del sangue
e perdo
Gira e gira la ruota
Si ferma su numeri senza valore
riempie le tasche di falsi denari
e gioca la sorte
che ha negli occhi la morte
Gioco d’azzardo con la mia vita
punto tutto su quella che sono
e gioco a difendere
ogni illusione
Sarò sposa del mare
Ti cerco tra i sassi
senza anima e sesso
Sulla spiaggia deserta
dove tu mi hai promesso
Ti guardo di spalle
setacciare la sabbia
stai cercando pagliuzze
da donarmi al ritorno
Se di acqua mi vesto
e respiro dal petto
vedo pioggia di lacrime
diventare confetti
Con la schiuma ricamo
il tuo abito nuovo
Sarò sposa del mare
Io illusione lui re
Ascolta
che libero fischia
sul mondo
a volte s’alza in tempeste
altre volteggia farfalle
È un tappeto di piume volante
una giostra di foglie cadenti
Ascolta il richiamo del vento
che soffia senza spegnere niente
È un variabile amante del tempo
inchina le cime maestose
percuote una giovane rosa
sabato 25 aprile 2020
Nuvole
Cristalli di pianto
in calde illusioni sono spose del cielo
di variabile incanto
Gomitoli di veli
giocate dai gatti
senza forme di vita
in un gioco distratto
Leggero il vento
gli rotola addosso
sono stracci di angeli
nei miei occhi nascosti
Illusione
in assenza di ragione
Sei ciò che intercorre
tra un vivere tangibile
e un solubile irreale
Sei un guizzo di luce
su un filo spinato
Sei un sogno proibito
in ventre squarciato
Nasci da terra
di arse certezze
Dai vita all'incanto
senza fare promesse
L'aeroplano
disegnano il silenzio
e nel silenzio ritagli di ricordi
si ricompongono su un foglio
Un foglio di giornale
sul prato selvatico di fiori
Sui fiori un aeroplano
spinto dagli occhi del bambino
e la sua mano
La mano torna sulla carta
con la mente sulle ali
ancora in volo
È leggero l'aeroplano
e nel silenzio ritagli di ricordi
si ricompongono su un foglio
Un foglio di giornale
sul prato selvatico di fiori
Sui fiori un aeroplano
spinto dagli occhi del bambino
e la sua mano
La mano torna sulla carta
con la mente sulle ali
ancora in volo
È leggero l'aeroplano
Fine
Voleva dialogare lui perché era trasparente. Voleva stare in silenzio lei poiché era opaca.
− Non serve a nulla cercare di farsi valere. Non ho niente da aggiungere. Fine! − affermò una tazza di porcellana, girata storta.
−A volte però è meglio dirle le cose, fa bene − rispose un bicchiere, che uguale era girato storto, ma non se la prendeva.
− No! Tacere è la migliore soluzione. Fine! − replicò la tazza.
− Ma stare in silenzio fa sentire soli e tutto diventa triste, anche lo scolapiatti − aggiunse il bicchiere.
− Meglio tenere la bocca chiusa e non fare intendere nulla. Fine! − concluse la tazza.
− Io voglio far intendere tutto, e spostati un po’ che mi hai preso tutto lo spazio e c’è un piatto al piano di sopra che mi cola addosso! Mi sta facendo la doccia, ma io sono pulito, guardami come sono cristallino. − Continuò il bicchiere che voleva rapire l’attenzione della tazza per tirarla un poco su’.
− Qualche goccia d’acqua non ti farà certo male! Cosa volevi un poco di vinello? Ti senti vuoto? È solo mattina caro bicchieruzzo.
− Ma che vuoto! Mi sento stretto, fatti più in là vecchia tazza che non sei altro.
− Vecchia a me? Ha parlato il calice di cristallo, mi scusi tanto mister Boemia dello scolapiatti.
I due iniziarono a stuzzicarsi e a ridere tanto che arrivò l’ora di pranzo che quasi non se ne accorsero.
Il bicchiere si riempì di vino, la tazza di caffè e lo scolapiatti rimase vuoto? No! Ero pieno di ironia.
Nulla da aggiungere. Fine!
−A volte però è meglio dirle le cose, fa bene − rispose un bicchiere, che uguale era girato storto, ma non se la prendeva.
− No! Tacere è la migliore soluzione. Fine! − replicò la tazza.
− Ma stare in silenzio fa sentire soli e tutto diventa triste, anche lo scolapiatti − aggiunse il bicchiere.
− Meglio tenere la bocca chiusa e non fare intendere nulla. Fine! − concluse la tazza.
− Io voglio far intendere tutto, e spostati un po’ che mi hai preso tutto lo spazio e c’è un piatto al piano di sopra che mi cola addosso! Mi sta facendo la doccia, ma io sono pulito, guardami come sono cristallino. − Continuò il bicchiere che voleva rapire l’attenzione della tazza per tirarla un poco su’.
− Qualche goccia d’acqua non ti farà certo male! Cosa volevi un poco di vinello? Ti senti vuoto? È solo mattina caro bicchieruzzo.
− Ma che vuoto! Mi sento stretto, fatti più in là vecchia tazza che non sei altro.
− Vecchia a me? Ha parlato il calice di cristallo, mi scusi tanto mister Boemia dello scolapiatti.
I due iniziarono a stuzzicarsi e a ridere tanto che arrivò l’ora di pranzo che quasi non se ne accorsero.
Il bicchiere si riempì di vino, la tazza di caffè e lo scolapiatti rimase vuoto? No! Ero pieno di ironia.
Nulla da aggiungere. Fine!
Poi il sole
La notte aggrappata alla luna
non cede il buio all'aurora
È tempo di stare da soli
con i sogni
ubriachi anche loro
Il cielo raccoglie il dolore
nei canti di una nuova stagione
La pioggia non cade
trattiene il pianto
in un quadro di nuvole bianche
Il vento accarezza le chiome
come fossero i volti dell'uomo
È tempo di stare da soli
con i sogni
ubriachi anche loro
Poi il sole
Lo scrivo
Lo scrivo con il sangue
lo scrivo tra gli avanzi
di un giorno appena morto
L'hanno ammazzato
non ho riso
non ho pianto
non l'ho difeso
Lo scrivo senza penna
non ha valore l'inchiostro
né da' speranza
è solo un piccolo rilievo
Lo scrivo con il pianto
ma serve a poco
l'uomo scansa il fuoco
e si brucia da solo
Salvo la penna
Mi arrendo
con le braccia piegate
dietro al collo
Anch'io ho la pelle strappata
dalla carne
ma sono viva
Mi arrendo al cielo
nel suo pianto
Il vento rovescia l'anima
e non c'è silenzio
disposto a fermare la tempesta
Mi arrendo all'innocenza
salvo la mia penna
che nel dolore
non vale niente o vale tanto
Un gatto per Alice
Sul vetro sottile che divide
la bimba dipinge con le dita
Nasce sul foglio senza righe
lo stesso talento per la vita
Con la matita colorata tra le mani
disegno un gatto per Alice
Lei pure disegna col suo dito
il micio che gioca sul mio viso
venerdì 24 aprile 2020
Il tempo segue il ragno
I giorni non hanno ore
bruciano come stoppia
si fanno cenere ai piedi del tempo
È armato il tempo
ma non si schiera
e non si arrende
È un duello a distanza
tra un orologio appeso al muro
e una ragnatela
S'annida nel silenzio
l'illusione e gira
aggrappata alle lancette
Il tempo invece segue il ragno
bruciano come stoppia
si fanno cenere ai piedi del tempo
È armato il tempo
ma non si schiera
e non si arrende
È un duello a distanza
tra un orologio appeso al muro
e una ragnatela
S'annida nel silenzio
l'illusione e gira
aggrappata alle lancette
Il tempo invece segue il ragno
lunedì 20 aprile 2020
Lei era bella
Lei era bella, lei era bellissima. Io l’amavo già, ancora prima di aver sentito la sua voce…e l’amore non si sbaglia mai… quasi mai!
Lei indossava le scarpe con i tacchi ed era alta, molto alta… più alta di me. Ma l’amore è come un aquilone, va in alto. Ero io troppo in basso... oppure i suoi tacchi erano troppo alti?
Lei aveva un vestito plissettato color pesca... era trasparente
La mia immaginazione mi fece sentire in alto. Che spettacolo quando salì sullo scaffale per prendere il deodorante, e meno male che lo avevano messo così in alto! Io mi girai quando scese, perché lei mi guardò. Eh no, non ero pronto per incontrare i suoi occhi, perché l’amore attraverso gli occhi penetra dentro!
Lei si girò e percorse lo scaffale dei prodotti di bellezza. Lei di bellezza ne aveva da esporre sugli scaffali, ma che dico, ad un museo di grandi bellezze.
Lei aveva i capelli raccolti con un nastro verde, io li vidi sciolti sulle spalle nude. Nude anche le gambe sotto la gonna, erano divinamente lunghe, ed io immaginai di percorrerle con un fiore color panna.
Lei era un fiore di giardino, curata e profumata… Sentivo il suo profumo anche se eravamo a due metri di distanza, ma piano si avvicinò, allungò la mano… oh quanto fu sensuale quel gesto. Mi sfiorò, mi rigirò.
Poi con dolcezza mi rimise nel banco frigo e io mi sciolsi, tanto che la panna si unì al cioccolato e la signora che mi afferrò subito dopo esclamò: − Che schifo questo gelato!
Lei indossava le scarpe con i tacchi ed era alta, molto alta… più alta di me. Ma l’amore è come un aquilone, va in alto. Ero io troppo in basso... oppure i suoi tacchi erano troppo alti?
Lei aveva un vestito plissettato color pesca... era trasparente
La mia immaginazione mi fece sentire in alto. Che spettacolo quando salì sullo scaffale per prendere il deodorante, e meno male che lo avevano messo così in alto! Io mi girai quando scese, perché lei mi guardò. Eh no, non ero pronto per incontrare i suoi occhi, perché l’amore attraverso gli occhi penetra dentro!
Lei si girò e percorse lo scaffale dei prodotti di bellezza. Lei di bellezza ne aveva da esporre sugli scaffali, ma che dico, ad un museo di grandi bellezze.
Lei aveva i capelli raccolti con un nastro verde, io li vidi sciolti sulle spalle nude. Nude anche le gambe sotto la gonna, erano divinamente lunghe, ed io immaginai di percorrerle con un fiore color panna.
Lei era un fiore di giardino, curata e profumata… Sentivo il suo profumo anche se eravamo a due metri di distanza, ma piano si avvicinò, allungò la mano… oh quanto fu sensuale quel gesto. Mi sfiorò, mi rigirò.
Poi con dolcezza mi rimise nel banco frigo e io mi sciolsi, tanto che la panna si unì al cioccolato e la signora che mi afferrò subito dopo esclamò: − Che schifo questo gelato!
Brivido
Non sto aspettando nessuno
nemmeno il tempo che passa
sto solo guardando il cielo
che piano scivola giù
Non sto aspettando nessuno
il treno è passato da un po'
ha lasciato l'odore del viaggio
sui caldi binari e nel vento
Non sto implorando nessuno
fisso questo momento
lo schienale di una panchina
e un brivido che mi scorre dentro
Cado
sulle macerie dell’apparenza
l’esistenza si consuma su scaffali
di cosmetici scaduti
dove gioco a truccarmi
Posseggo un equilibrio labile
e un sorriso stabile
La mia presenza è come fuoco di sabbia
dei deserti attraversati
Vago nella solitudine
e cerco il divenire
Anche adesso lo sento cadrò
ma senza nessuna
nessuna ferita
Posseggo un equilibrio labile
e un sorriso stabile
La mia presenza è come fuoco di sabbia
dei deserti attraversati
Vago nella solitudine
e cerco il divenire
Anche adesso lo sento cadrò
ma senza nessuna
nessuna ferita
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