TUTTE LE MIE POESIE

venerdì 2 agosto 2019

Le ciabatte a pois



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Io flemma: ti blocco le gambe, il cervello e i muscoli della bocca.


Fortuna che quando sei partita non avevi dato le sette mandate alla porta blindata! E’ stata già una fatica trovare le chiavi ed aprire il portone, figurati la porta. Porta le scarpe rosse, di tela, il tuo vicino, passa, ti saluta e prosegue. Tu saluti con un cenno del capo. Lasci aperta anche la buchetta della posta, così da non far fatica ad aprirla: chi mai prenderebbe le tue bollette, e tutta quella pubblicità. Però, c’è la carne di cavallo in offerta al Dico... gli dai una sbirciata. Io dico che tu non mangi la carne di cavallo. Accartocci tutto, tranne le bollette, quelle le pagherai, tra qualche giorno, vorresti buttare le scartoffie nel secchio del pattume sotto al lavello ma è troppo in giù, le appoggi sul lavandino.


Cerchi le pantofole, le hai acquistate due numeri più grandi del tuo, così le infili con facilità.


Ti spogli, e ti rivesti: tuta in acetato, contro tuta felpata: orrore, terrore... Mi piaci così!


Cerchi il ragno che avevi lasciato nell’angolo della cucina. Non lo trovi. Sarà scappato durante la tua assenza, oppure avrà messo su famiglia, sulle travi di legno. Tonfi sul letto, e lì che mi mi ami, è lì che mi vuoi. Sul letto. La valigia è rimasta chiusa, ciò che resta del viaggio, ora è prigioniero in quei panni sporchi. Stendi le gambe, più stese, di più! Suona il campanello. Il cervello lo tengo bloccato, legato al non pensiero. Non ti alzi. Suona di nuovo e risuonano i rintocchi dell’orologio al muro, puntato ancora sull’ora solare. Hai sete, bradipi verso il frigo, lo apri, è vuoto, trovi un limone rinsecchito, lo butti via e afferri una bottiglia di nocino, fatto in casa, dalla nonna, con le noci raccolte nella notte di San Giovanni di sette anni fa. E’ dolce, è denso, è scuro è alcolico. Era stato dimenticato nel frigo. Aritonfi sul letto e sogni di indossare un paio di ciabattine bianche con i pois rossi.


Io brio: ti sblocco le gambe, il cervello e i muscoli della bocca.


Ti piacerebbe sapere chi ha lasciato il portone aperto. Entri. Appoggi la valigia e dai le sette mandate, ti senti al sicuro con quella porta. Porta le scarpe rosse, il tuo vicino, di tela, passa e ti sorride, gli sorridi anche tu. Apri la buchetta della posta, la chiave e vicino a quella del garage, non ti sbaglio mai!


Tua cugina si sposa, una partecipazione di nozze lo annuncia. Niente bollette, niente pubblicità, la signora dell’ultimo piano ha scritto un cartello grandissimo: No pubblicità. Appena dentro cerchi le ciabattine bianche a pois rossi. Non ti spogli, potrebbe suonare il vicino. Vicino è chi pensa a te, anche se è lontano, poi immagina se è vicino. Che bella frase! Cerchi un pennarello indelebile, questa non deve sfuggirti. Giri per casa con il pennarello in mano e la frase nella testa, anzi no, la frase la ripeti ad alta voce. Prendi la scala, cerchi la scala, non hai la scala. Prendi una sedia, le tue gambe sono elastiche, con un movimento naturale vi sali sopra. Sei di spalle alla porta di entrata, la tua mano dipinge la parete sopra al divano, e scrivi... La tua frase sul muro, un opera di arti e cervello, aggiungerei. Saltelli intorno al tavolo. Giro giro tondo quanto è bello il mondo, è bello come la terra e mai più ci sarà la guerra. Suona il campanello, ti sembra di aver sentito il campanello suonare, trattieni il fiato. No, non suona... ancora. I limoni, ecco i limoni non devono mancare mai nel tuo frigo. Anche il limoncello, quello per gli ospiti. Per te il tè . Lo spremi tutto, il limone, nel tè, aggiungi un po' di zucchero, e bevi tutto d’un fiato. Ti scotti la lingua, era bollente. Suona il campanello, sta suonando il campanello... Ehi stavolta suona davvero. Lanci le ciabattine a pois così lontano, che arrivano ad un sogno. “Un sogno si vestì con gli abiti da donna” reciti i tuoi versi in silenzio... cammini a piedi nudi fino alla porta. La apri, lui ha le scarpe rosse, di tela, tu hai le labbra rosse di tè.

















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