Voleva dialogare lui perché era trasparente. Voleva stare in silenzio lei poiché era opaca.
− Non serve a nulla cercare di farsi valere. Non ho niente da aggiungere. Fine! − affermò una tazza di porcellana, girata storta.
−A volte però è meglio dirle le cose, fa bene − rispose un bicchiere, che uguale era girato storto, ma non se la prendeva.
− No! Tacere è la migliore soluzione. Fine! − replicò la tazza.
− Ma stare in silenzio fa sentire soli e tutto diventa triste, anche lo scolapiatti − aggiunse il bicchiere.
− Meglio tenere la bocca chiusa e non fare intendere nulla. Fine! − concluse la tazza.
− Io voglio far intendere tutto, e spostati un po’ che mi hai preso tutto lo spazio e c’è un piatto al piano di sopra che mi cola addosso! Mi sta facendo la doccia, ma io sono pulito, guardami come sono cristallino. − Continuò il bicchiere che voleva rapire l’attenzione della tazza per tirarla un poco su’.
− Qualche goccia d’acqua non ti farà certo male! Cosa volevi un poco di vinello? Ti senti vuoto? È solo mattina caro bicchieruzzo.
− Ma che vuoto! Mi sento stretto, fatti più in là vecchia tazza che non sei altro.
− Vecchia a me? Ha parlato il calice di cristallo, mi scusi tanto mister Boemia dello scolapiatti.
I due iniziarono a stuzzicarsi e a ridere tanto che arrivò l’ora di pranzo che quasi non se ne accorsero.
Il bicchiere si riempì di vino, la tazza di caffè e lo scolapiatti rimase vuoto? No! Ero pieno di ironia.
Nulla da aggiungere. Fine!
−A volte però è meglio dirle le cose, fa bene − rispose un bicchiere, che uguale era girato storto, ma non se la prendeva.
− No! Tacere è la migliore soluzione. Fine! − replicò la tazza.
− Ma stare in silenzio fa sentire soli e tutto diventa triste, anche lo scolapiatti − aggiunse il bicchiere.
− Meglio tenere la bocca chiusa e non fare intendere nulla. Fine! − concluse la tazza.
− Io voglio far intendere tutto, e spostati un po’ che mi hai preso tutto lo spazio e c’è un piatto al piano di sopra che mi cola addosso! Mi sta facendo la doccia, ma io sono pulito, guardami come sono cristallino. − Continuò il bicchiere che voleva rapire l’attenzione della tazza per tirarla un poco su’.
− Qualche goccia d’acqua non ti farà certo male! Cosa volevi un poco di vinello? Ti senti vuoto? È solo mattina caro bicchieruzzo.
− Ma che vuoto! Mi sento stretto, fatti più in là vecchia tazza che non sei altro.
− Vecchia a me? Ha parlato il calice di cristallo, mi scusi tanto mister Boemia dello scolapiatti.
I due iniziarono a stuzzicarsi e a ridere tanto che arrivò l’ora di pranzo che quasi non se ne accorsero.
Il bicchiere si riempì di vino, la tazza di caffè e lo scolapiatti rimase vuoto? No! Ero pieno di ironia.
Nulla da aggiungere. Fine!
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